Dalla Francia una proposta che fa discutere: pochi minuti, due firme davanti a un notaio e il divorzio è fatto. Nell’intento del ministero di Grazia e Giustizia la riforma dovrebbe alleggerire i tribunali e ridurre i costi delle pratiche di separazione.


In effetti i tribunali francesi sono stati oberati, nell’ultimo anno, di procedimenti per divorzi: in tutto 139mila, 75mila dei quali consensuali e si calcola che la proporzione tra divorzi e matrimoni a Parigi sia di uno a uno. Cifre su cui riflettere.


Cifre che, però, non giustificano il progetto di svilire il valore della famiglia con una semplificazione eccessiva dell’istituto del divorzio.


Un appello al buon senso smaschera il cosiddetto “divorzio lampo” . Il notaio non è il deus ex machina  capace di risolvere la situazione intricata nella quale la giustizia si trova, oltralpe come in Italia. “La nuova procedura  – sostengono gli avvocati-  è una minaccia per il rispetto dei diritti civili”. E suona inevitabilmente come un giudizio interessato, che però trova riscontro nei fatti.


Il divorzio consensuale, lo si vede nella realtà, non corrisponde mai ad una realtà oggettiva di parità fra i coniugi. C’è, sempre, la parte più debole e quella più forte, sia dal punto di vista morale che materiale. E la parte più forte, vista la prospettiva, potrebbe un giorno identificarsi con chi è cliente del notaio o che ha un patrimonio.


Il notaio non può sostituirsi all’avvocato: le competenze giuridiche sono diverse. E  men  che meno può surrogare la mancanza del  giudice,  perché il controllo del pubblico ministero e della magistratura sono indispensabili: il giudizio d’omologazione delle condizioni  è il passaggio che permette di verificare che l’accordo consensualmente confezionato tra i coniugi sia effettivamente alla pari. Tanto è vero che, qualora per esempio il tribunale verifichi un contrasto con gli interessi dei figli, deve disporre la conversione del procedimento nelle forme contenziose.


In poche parole, il giudice deve assicurarsi del consenso libero di ognuno e del rispetto di principi fondamentali. Il notaio si limiterebbe a convalidare un accordo, punto e basta.


Quanto agli avvocati, solo quelli di scarsa professionalità acuiscono ed approfittano degli attriti tra i coniugi. Gli altri, capita anche che contribuiscano a riunire la coppia in un equilibrio non precario, anzichè sfasciarla. E poi si, talvolta le parcelle sono alte. Ma c’è libertà di scelta, la materia è delicata e i notai non sono gratis.




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