La società multirazziale è una realtà. Ormai anche in Italia una coppia su sette è con un partner straniero. Ci si chiede quale sia la motivazione profonda di questa tendenza, se di tendenza è giusto parlare. La risposta la si trova in una ricerca di maggior apertura e libertà, di novità e di confronto. Eppure tentare di dare una spiegazione razionale ad un comportamento affettivo appare quanto meno inopportuno. Ci si innamora. E basta. O così dovrebbe essere. Di certo due persone che decidono di intraprendere un percorso di vita insieme, in teoria non lo fanno sulla base di previsioni di vantaggio. I figli di unioni miste conoscono culture e lingue diverse, per non parlare di religioni. Ma è una conseguenza, non un presupposto. Stando ai dati di settore, nella maggior parte dei casi si tratta di italiani che sposano straniere, spesso dell’Europa centro-orientale. L’Istat e l’Eurispes dichiarano che i matrimoni misti sono quelli più a rischio in fatto di crisi, generate da modi di fare e intendere la vita inevitabilmente dissimili, seppure non inconciliabili. C’è chi ancora distingue tra famiglia “normale” e famiglia “atipica”, intendendo per tale quella dell’ l’incontro-scontro tra nazionalità. Segno che gli orizzonti sono ad oggi limitati, a fronte di una mentalità in via di apertura. Tra le coppie miste il tasso di divorzio è circa il doppio di quello italiano, questo è un dato. E a nessuno viene in mente di negare le difficoltà nascenti dalla commistione di mondi a volte opposti. Una precisazione, però, è d’obbligo. Perché possono esserci di mezzo il diritto di cittadinanza, prospettive di una vita migliore e interessi che con l’amore c’entrano davvero poco. Su tale frequenza, il discorso cambia. A chi sceglie di sposare uno straniero sta l’ardua valutazione. E’ pieno il Paese di unioni di comodo e di matrimoni che collassano per l’arrivo di una giovane straniera a rompere gli equilibri. Questione di illusioni, e di stupidità. E pur con questo, un ‘Italia “a colori” non dispiace. A patto che in gioco si mettano i sentimenti, oltre alla voglia di abbattere quel muro di pregiudizi e di intolleranza che ancora resiste.
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