Il rapporto dell’istituto di statistica fotografa un Paese più longevo. Immigrati in crescita, figli senza variazioni, più nascite che morti


Si vive di più. Secondo l’Istat, nel 2007, si è allungata la vita media della popolazione italiana. La stima tocca quota 78,6 anni per gli uomini, mentre supera gli 84 anni per le donne (84,1). Rispetto al 2006, la crescita è di 0,3 e 0,2 anni, rispettivamente per uomini e donne. Continua così ad assottigliarsi la differenza tra i generi: era pari a 6,9 anni nel 1979, anno di massimo storico e si è ridotta a 5,5 nel 2007.


Il tutto dovrebbe tradursi in un aumento complessivo della popolazione che, secondo le prime stime, alla fine dello scorso anno dovrebbe aver oltrepassato i 59,5 milioni di abitanti. Quella che viene fuori dalle cifre dell’Istat, dunque, è un’Italia più vecchia e con più immigrati. Dove la propensione ad avere figli è stabile e dove cresce l’immigrazione.


 


Umbria al top della longevità –  Entrando nel nostro territorio si scopre che le regioni più longeve nel 2007 sono, per gli uomini, l’Umbria (79,6 anni), le Marche (79,5), la provincia autonoma di Bolzano (79,4) e la Toscana (79,3). Per le donne le Marche (85,2 anni), le province autonome di Trento (85,1) e Bolzano (80,0), e l’Umbria (84,8). A livelli minimi c’è la Campania (77,4 anni). I valori minimi di sopravvivenza di uomini e donne delle regioni del mezzogiorno sono, in ogni caso, ben superiori alle corrispondenti medie europee (rispettivamente 74,5 e 80,9 le stime dell’area ue27 per il 2007).


 


Il rapporto con l’Europa – In base alle ultime stime Eurostat gli uomini italiani risulterebbero secondi in europa soltanto agli svedesi (78,9), ma davanti a olandesi (77,9) e irlandesi (77,6). Lo stesso avviene per le donne, seconde soltanto alle francesi (84,4) ma davanti a spagnole (83,9) e svedesi (83,1).


 


Immigrazione – La stima provvisoria del saldo per il 2007 sfiora le 390 mila unita’, per un tasso migratorio pari a 6,6 per mille abitanti. Questa quota comprende tre diverse voci: il tasso migratorio con l’estero (6,6 per mille), il tasso migratorio per altri motivi (0,1 per mille) ed il tasso migratorio interno (-0,1 per mille). La capacita’ attrattiva dell’Italia si rafforza in tutte le regioni. I valori massimi si riscontrano in Piemonte (10,9 per mille), Umbria (8,7) e Toscana (8,4), quelli minimi, ma comunque positivi, in Sardegna (2,6), Puglia (2,8) e Basilicata (3,0).


 


Matrimoni in calo – I matrimoni celebrati nel 2007 sarebbero appena 242 mila, pari a un tasso del 4,1 per mille, contro i 270 mila di cinque anni prima (4,6 per mille). D’altro canto si registra un aumento delle coppie che scelgono di formare famiglia al di fuori del vincolo coniugale. Dal punto di vista territoriale le
differenze sono piuttosto marcate. Nel Mezzogiorno si stima una nuzialita’ piu’ alta rispetto al resto del Paese mentre la percentuale di nascite fuori del matrimonio e’ nettamente inferiore.


 


Figli – Il numero medio di figli per donna e’ stimato a 1,34. Un dato che conferma quelli osservati nei tre anni precedenti, ma superiore all’1,19 del 1995, anno di minimo storico nazionale. Male, invece, il confronto con l’europa. L’Italia è sotto la media (1,51 figli per donna la stima 2007), ma soprattutto molto lontana da Francia (1,98), Irlanda (1,93) e Svezia (1,85). La fecondita’ italiana e’, invece, piu’ o meno uguale a quella tedesca (1,34), spagnola (1,36) e portoghese (1,36). L’incremento della fecondita’ nella nostra Penisola, tra il 1995 e il 2007, e’ concentrato tutto nelle regioni del Centro-nord.



Più nascite che morti – Secondo l’Istat il rapporto tra nascite e decessi registra un segno positivo di circa 6 mila 500 unita’. Se questa stima sarà confermata il 2007 costituirebbe per il Paese il secondo anno consecutivo di crescita naturale positiva (+2.118 nel 2006). Aumento che arriva dopo un periodo piuttosto prolungato, iniziato nel 1992, durante il quale (ad eccezione del 2004), erano stati comunque i decessi a superare le nascite. In attesa di dati consolidati, le nascite si aggirano intorno alle 563 mila unita’, oltre 3 mila in piu’ rispetto al 2006, con un tasso di natalita’ pari a 9,5 per mille abitanti. La stima per i decessi, invece, e’ di circa 557 mila unita’, un migliaio in meno rispetto al 2006, con un tasso di mortalita’ del 9,4 per mille.


tratto da LA REPUBBLICA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *