Fa bene alla donna ed al bambino
(Conf. Stato Regioni Del. 20.12.2007 – GU n. 32 del 7-2-2008- Suppl. Ordinario n.32)






“Il latte materno fornisce tutti i nutrienti di cui il lattante ha bisogno nei primi sei mesi di vita. In seguito, con un’adeguata alimentazione complementare, il latte materno dà un importante contributo alla nutrizione, alla salute ed allo sviluppo del bambino; […] il Ministero sottolinea altresì che l’allattamento al seno costituisce un beneficio per la salute della donna.”.Si sviluppano su questi due concetti base le “Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione ed il sostegno dell’allattamento al seno”, sottoscritte dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano e contenute nella deliberazione datata 20 dicembre 2007 (apparsa sul Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 7 febbraio scorso). Il documento contiene una serie di strategie far sì non solo che l’allattamento al seno sia praticato da una percentuale di donne sempre maggiore, ma anche che la somministrazione del latte materno, raccolto in apposite banche e donato da madri volontarie a titolo gratuito, venga effettuata anche ai neonati prematuri e ricoverati, poiché è l’alimento più adeguato ai loro fabbisogni nutrizionali, ove, ovviamente, non sussistano particolari controindicazioni mediche. Insomma, il latte materno è e resta l’alimento più appropriato per i lattanti, capace di fornire tutti i nutrienti di cui i piccoli necessitano, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) raccomanda che i bambini siano allattati esclusivamente al seno fino a sei mesi e che l’allattamento al seno continui poi, integrato con altri cibi, fino a che la madre ed il bambino lo desiderino, anche dopo l’anno di vita. L’attività di promozione si dovrà articolare in primo luogo attraverso la formazione delle donne incinte, ad esempio durante i corsi di preparazione al parto o le visite ginecologiche, e delle neo mamme subito dopo il parto, aiutandole a stabilire già dai primi istanti di vita dei piccoli un contatto prolungato pelle-pelle con la propria creatura, fornendo loro un aiuto pratico per attaccare correttamente il neonato al seno ed assicurando la pratica del rooming-in, cioè tenendo la madre ed il bambino insieme nella stessa stanza durante la degenza in ospedale od in clinica per permettere l’allattamento a richiesta. La delibera sottolinea, comunque, che tale pratica deve essere facilitata anche per le donne che non allattano al seno e che le soluzioni glucosate ed i latti formulati devono essere dati ai neonati solo se lo prescrive il pediatra od il neonatologo del punto di nascita. Parimenti viene disincentivato l’uso di tettarelle artificiali, biberon o succhiotti. Per assicurare tutti questi tipi di supporti, si dovrà puntare su un costante aggiornamento professionale del personale socio-sanitario, che sarà così in grado di continuare l’assistenza alla madre, anche al ritorno a casa; infatti, la deliberazione raccomanda che operatori competenti del punto nascita e dei servizi consultoriali, ginecologi e pediatri di libera scelta siano a disposizione di tutte le mamme soprattutto nei primi mesi di vita del neonato, definiti come “cruciali per l’assestamento dell’allattamento al seno”, visto che proprio allora si possono verificare delle difficoltà in questa pratica. Inoltre, è previsto che le madri vengano sostenute nell’allattamento al seno esclusivo nei primi sei mesi (eccetto scelte diverso per prescrizione medica o decisione informata della madre) e che, in caso di separazione momentanea dal bambino (ad esempio per ragioni lavorative), siano loro insegnate le strategie per mantenere la lattazione e conservare il latte raccolto. Nel quadro degli interventi di promozione, poi, il Ministero della salute metterà a punto apposite iniziative di comunicazione, tese anche ad evitare forme di discriminazione nei confronti della donna che allatta, soprattutto nei luoghi pubblici, auspicando che “i mezzi di comunicazione di massa rappresentino l’allattamento al seno come il modo naturale e normale per l’alimentazione nella prima infanzia”. Un altro importante canale individuato per incentivare questa pratica è stato individuato nel mondo dell’istruzione, al tempo stesso sede di formazione del personale qualificato e veicolo di diffusione di informazioni sull’allattamento al seno: In particolare la deliberazione suggerisce che quest’ultima venga fatta nelle scuole di ogni ordine e grado con programmi appropriati ed adeguati all’età. Infine, sarà istituito dal Ministero della salute un comitato nazionale multisettoriale con funzioni di proposta e orientamento, per collaborare nello sviluppo, nella realizzazione e nella valutazione di specifici piani nazionali e ed elaborare un sistema standardizzato di raccolta di dati sulla prevalenza e la durata dell’allattamento al seno, in modo da verificarne i progressi.


tratto da CITTADINOLEX

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