I divorzi tra le coppie internazionali sono complicati. Sono circa 170mila i litigi che avvengono ogni anno nell’Ue sulla scelta del Paese in cui avviare la procedura. A volte si genera un vero e proprio “forum shopping” per cui un coniuge inizia la procedura del divorzio nel Paese in cui stima che il suo interesse sia difeso meglio. La Commissione delle libertà civili del Parlamento Ue ha sostenuto la proposta lanciata dalla Commissione Ue di un regolamento unico, che armonizzi le regole del conflitto tra coniuge.
Secondo il nuovo regolamento le coppie avrebbero la possibilità di scegliere lo Stato membro in cui desiderano divorziare, con il quale hanno dei legami precisi; ad esempio il Paese dovrebbe essere il luogo del matrimonio, il domicilio abituale, la nazione d’origine o l’ultimo Paese di residenza. Comunque entrambe le parti devono essere informate sui propri diritti, evitando così che la legge svantaggi la persona più debole della coppia. Sono 9, fin’ora gli Stati membri che appoggiano la proposta della Commissione; tra questi ci sono Italia, Francia, Spagna, Romania, Austria e Grecia.
Gli eurodeputati hanno adottato il rapporto della socialista tedesca Evelyne Gebhard, in cui ci sono degli emendamenti che mettono l’accento sulla necessità di informare gli sposi delle ripercussioni concrete della loro scelta, quindi prima della firma dell’atto di divorzio. Chiedono anche la messa in atto di un sistema di informazione su internet. Il voto in Plenaria è previsto per la sessione di ottobre.
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