Via libera pressocchè unanime al provvedimento che contiene misure contro gli atti persecutori
Via libera dell’Aula della Camera al ddl che contiene misure contro gli atti persecutori. A favore del ddl contro lo stalking, che introduce nel codice penale il reato di molestie insistenti e lo punisce con una reclusione da sei mesi a quattro anni, hanno votato i gruppi di maggioranza, Pdl e Lega, e quelli di opposizione: Pd, Udc e Idv. Contrari solo i liberaldemocratici. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. Tra le modifiche approvate in aula, l’abolizione dell’aggravante se a commettere il reato è il coniuge (rimane l’aggravante solo per gli ex, anche se non sposati), l’aumento della pena se la vittima è una donna incinta e se il molestatore è recidivo.
L’istituzione di un numero verde di sostegno alle vittime presso il Dipartimento delle Pari opportunità, mentre non è passata la proposta dell’opposzione di istituire uno sportello per le vittime. Bocciato (anche in seguito a un«incidentè che ha coinvolto il gruppo dell’Idv) l’emendamento proposto da Alessandra Mussolini che prevedeva il patrocinio legale gratuito per le vittime di stalking: »La maggioranza dei parlamentari era favorevole. Di ciò il Governo non potrà non tenere conto, poiché una legge sugli atti persecutori, se non ci sono strumenti di copertura finanziaria, serve a poco«, ha tuonato in aula la presidente della commissione per l’Infanzia.
Soddisfazione, per l’intesa, è stata espressa della relatrice del provvedimento, e presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno. Nel dibattito sul testo, nonostante il voto bipartisan, non sono tuttavia mancati momenti di tensione, al punto che il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, dopo la soddisfazione espressa ieri, ha ammesso in Aula: »Questo che stiamo dando è un bruttissimo spettacolo, dovrebbe esserci tra donne un’alleanza vera e sentita. La notizia è che oggi avranno uno strumento in più per contrastare la violenza, e non mi sembra che stiamo dando uno spettacolo dignitoso».
LA STAMPA
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