Siano è un paesino relativamente tranquillo della provincia di Salerno eppure è stato teatro di un grave episodio di violenza tra bambini. Vittima questa volta un minore di origine sudamericana, peruviana per la precisione. La notizia è stata probabilmente ingigantita, ma è indubbio che l’accaduto, l’ennesimo tra minori, ha destato molto scalpore.


Il quotidiano napoletano “Il Mattino” ha riportato la notizia che è stata poi ripresa da varie testate giornalistiche.


 


Pare che il bambino, figlio adottivo di una coppia, in precedenza sarebbe stato già vittima di provocazioni e insulti a causa del colore della sua pelle. I genitori adottivi, educatori scolastici, lo avrebbero  invitato a sorvolare a tali discriminazioni razziali.


Ma ecco che ieri la violenza morale si è trasformata addirittura in violenza fisica tant’è che il minore, all’uscita dalla scuola, nel mentre attendeva l’arrivo del padre, è stato aggredito violentemente, dopo averlo trascinato di forza in un luogo nascosto.


Rimasto a terra dolorante il piccolo che accusava forti dolori all’addome, è stato soccorso ed aiutato da altri bambini che insieme a lui hanno aspettato l’arrivo del padre.


Il bimbo è stato immediatamente trasportato al Pronto Soccorso, dove i sanitari, per precauzione, lo hanno sottoposto a tutti gli accertamenti al fine di verificare l’esistenza di lesione agli organi interni.


Ora il bimbo è sotto osservazione.


 


La scuola ha declinato ogni responsabilità, essendosi consumata fuori istituto la grave aggressione. Ovviamente il condizionale è d’obbligo e soprattutto ogni cautela deve essere applicata, trattandosi di fatti commessi e subiti da minori.


Non vi sono, allo stato, elementi per stabilire con certezza se alla base di tale fatto, vi fossero ragioni razziste o si sia trattato di uno dei tanti episodi di bullismo di cui le nostre scuole, a Nord come a  Sud, ormai sono tristi teatri.


 


La notizia dell’aggressione di un bimbo adottato è forte, ma occorre prudenza.


Occorre approfondire con incisività sulle cause, ma sempre con grande prudenza e tatto.


Se si è trattato di razzismo il fatto riveste sicuramente una maggiore gravità, mettendo a nudo le difficoltà che molte coppie adottive incontrano specie nei piccoli centri, per inserire i figli adottivi nel nostro tessuto sociale.


Non ci resta che augurarsi, paradossalmente che si sia trattato di un episodio di bullismo, seppur censurabile ed allarmante:insomma il male minore, se così si può dire.


 


Che dire di questa vicenda?


Innanzitutto anche gli aggressori, indipendentemente dal “movente” devono essere tutelati, se non altro perché minorenni.


Si sa che i minori di età inferiore ai 14 anni non sono penalmente perseguibili, neanche per fatti ancora più gravi.


Certamente la violenza tra minori è una triste realtà, specie nella nostra regione. I fatti di questi ultimi giorni (vedi l’omicidio di Pozzuoli) lo testimoniano senza dubbi di sorta.


C’è una violenza crescente tra i minori per la crisi dei valori nei quali costoro sono costretti a vivere, la loro infanzia e la loro adolescenza.


 


Più volte l’AIAF si è interessata di bullismo e di razzismo tra i minori.


Tanti sono stati gli incontri nelle scuole della provincia di Salerno.


Ma la violenza è in aumento.


Ma anche il mondo della scuola è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità.


Occorrono, da subito, insegnanti capaci di denunciare fatti gravi e di rivedere la propria didattica che non può basarsi soltanto sull’insegnamento delle loro materie.


Occorre trasmettere valori ai ragazzi, monitorare seriamente la situazione nelle classi, avere capacità di denuncia ogni qualvolta si individuano fenomeni di bullismo.


 


Di qui la necessità di una formazione costante anche del corpo docente.


Senza un adeguato aggiornamento professionale molti insegnanti appaiono del tutto inadeguati per la scuola e gli studenti di oggi.


La scuola ha il vantaggio di tenere sotto osservazione i nostri figli e di captare focolai di violenze e razzismo.


 


E non importa se taluni fatti di violenza si consumano dopo la scuola.


E’ solo un patetico alibi. 

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