ROMA  – Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al ddl delega sulla riforma delle professioni.


MELANDRI: ECCO I 4 PUNTI PRINCIPALI La riforma delle professioni mira a favorire l’accesso ad esse “a chi non è figlio di un avvocato, un ingegnere, un architetto”. Così il ministro per le politiche giovanili Givanna Melandri, ha spiegato il senso del provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri. La legge delega vuole “abbattere molte barriere” a favore dei giovani, ha detto Melandri, grazie soprattutto a quattro punti qualificanti. Innanzitutto, con la riforma del tirocinio che, tra l’altro, avrà una durata massima di 12 mesi e richiede un “equo compenso” e che potrà cominciare già nella fase finale degli studi. In secondo luogo nei Concorsi, che saranno a carattere nazionale, meno della metà dei componenti delle commissioni esaminatrici potrà essere indicata dagli ordini. In terzo luogo, sono previste norme per favorire il “ricambio generazionale” negli incarichi direttivi, prevedendo la loro temporaneità e la limitazione nel numero dei mandati. Infine, la riforma prevede che gli ordini assumano iniziative a “sostegno dei giovani meritevoli”, come borse di studio o l’aiuto nella ricerca dello studio dove svolgere il tirocinio. “Non è una riforma iconoclasta – ha concluso il ministro – ma è una riforma profonda”.



MASTELLA: ERANO 30 ANNI CHE LA ASPETTAVAMO “Sono 30 anni che si discuteva di riforma delle professioni intellettuali, anche il precedente governo aveva tentato di farla, senza riuscirci, noi abbiamo fatto una cosa molto interessante ed incisiva”. Lo ha detto il Ministro della Giustizia Clemente Mastella, nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri. Ed ha aggiunto che la modernizzazione che nascerà dalla riforma riguarderà “tutte le organizzazioni e gli organismi e che il governo procederà secondo “il principio della concertazione”.


ORGANISMO DELL’AVVOCATURA: SCIOPERO IL 14, 15 E 16
Sulla riforma delle professioni, l’ Organismo Unitario dell’ Avvocatura rincara la protesta e la mobilitazione su più fronti: il 14, 15 e 16 dicembre chiama gli avvocati all’ astensione dalle udienze; promuove lo ‘sciopero bianco’ dal 18 al 31 dicembre, e dall’ 11 al 16 lancia una settimana di iniziative. “Comincia ad essere chiaro a tutti – osserva la presidente Michelina Grillo – che dietro la giustificazione del rilancio della competitività si nascondono gli interessi di pezzi dei poteri forti del nostro Paese e che la legge Bersani attacca la giurisdizione e i diritti dei cittadini. Abbiamo deciso di proclamare tre giorni di astensione, perché i problemi sono ancora tutti sul tavolo e perché è grande il disagio nell’ avvocatura, ma attueremo anche forme differenziate di protesta per confrontarci e per continuare a illustrare le nostre ragioni. A proposito dell’ incontro di ieri con il ministro di Giustizia, il presidente Grillo fa notare che “pur rimanendo grande la distanza tra le nostre posizioni, “fatto per il quale abbiamo espresso l’ impossibilità di sospendere per intero l’ astensione, per la prima volta si è aperto uno spiraglio concreto per la riapertura di un dialogo.


Tratto dal sito dell’ANSA

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