Diego Cacciatore morì di infarto il 28 settembre 1999. Era un avvocato geniale, ricco di cultura,non solo giuridica, e di grande umanità. Era uno studioso,un umanista.


Tanti ricordi mi legano a Lui. Soprattutto quelli legati ai Congressi Nazionali dell’Unione delle Camere Penali Italiane. Ho deciso di pubblicare anche su questo sito un articolo che scrissi per Lui all’indomani della Sua scomparsa. Lo scrissi di getto, con una grande commozione. Un piccolo omaggio per un grande. 


§§§§§§§§§§§§§


(Dal quotidiano “Cronache del Mezzogiorno” del 29 settembre 1999)


Tre o quattro giorni fa ho incontrato per strada Diego Cacciatore e la sua compagna.
Siamo andati tutti e tre a berci qualcosa in un bar del centro.
E’ stata l’ultima volta che l’ho visto.
Come sua abitudine con me non ha parlato di lavoro o di processi.
Mi ha parlato della sua vita e dei suoi affetti.
Quella sera mi sottolineò quanto fossero importanti i figli per lui e quanto forte sentisse il senso della sua paternità. Quando aveva uno scambio di vedute con un figlio non aveva più pace.
Era molto preoccupato per la situazione dei giovani avvocati e dell’avvocatura in genere, ma ha avuto il tempo di parlarmi della stima incredibile quanto fondata che nutriva per Cecchino, come uomo e come penalista.
Ma in fondo aveva fiducia nei confronti di tutti i figli che adorava allo stesso modo e dei quali era praticamente schiavo.
Quella sera, questo maestro dell’Avvocatura, quando me ne andai, mi ringraziò di avergli fatto compagnia.
Ed io stupito per tanta umiltà, imbarazzatissimo, gli replicai che ero io a ringraziare lui perché mi aveva reso partecipe dei suoi problemi, come sempre paternamente aveva fatto.
Il rapporto che mi legava con questo avvocato è stato davvero speciale.
Ricordo che una volta fui gravemente minacciato all’Aula Bunker da un presunto esponente di un clan con il quale avevo avuto una discussione e Cacciatore fu il primo a venire da me per darmi il senso della sua solidarietà, invitandomi a bere un caffè con lui. Voleva  assolutamente capire cosa fosse successo.
In quella occasione, questo immenso penalista mi disse: “Guai a te se hai paura a fare questo lavoro…”
Da allora Diego Cacciatore è diventato un riferimento per me ed in tante occasioni si è dimostrato dolcissimo nei miei confronti come se fossi stato un suo figlio adottivo.
Ho condiviso con lui processi importanti ed un memorabile congresso delle Camere Penali a San Nicola Arcella in Calabria nel quale rappresentavamo la Camera Penale di Salerno.
In quel Congresso capii che questo avvocato era un giovane come me che amava la vita, che amava i colleghi e che trattava i potenti e gli umili allo stesso modo.
Era un uomo libero nel senso più nobile del termine.
Era di sinistra, ma come tutti i Cacciatore era profondamente tradizionalista ed attaccato ai valori,  anche quelli  più  inconsapevolmente cristiani.
Cacciatore, Storia del nostro Foro  non saprà mai, veramente, fino a che punto è stato amato da tutti, giovani o meno giovani.
Io ammiravo in lui quella umiltà di ascoltare e di farci sentire importanti, di farci  sentire avvocati.
Gli invidiavo l’arte di superare, sebbene a fatica, i suoi problemi personali e di non farli pesare mai sugli altri e sul lavoro.
Diego Cacciatore era l’”Avvocato” con le sue ansie, con le sue paure, con le sue incertezze, con i suoi dubbi, con il suo orgoglio, con il suo furore.
Con la sua fine se ne vanno tanti segreti del nostro mondo giudiziario e tanti aneddoti che spesso mi raccontava e che sempre mi divertivano.
Non era un rancoroso.
Non riusciva a nutrire sentimenti negativi.
Era un filosofo, un umanista, un disincantato. Era un eterno ragazzaccio.
Era fiero di essere un Cacciatore, ma lo faceva senza superbia.
Per questo anch’io gli ho raccontato della mia vita e dei fatti miei.
Avrei voluto tanto avere un amico come lui, serio e divertente, crudo ma sincero.
Ma purtroppo nella vita le persone che ami,  come spesso accade, ti vengono meno e ti lasciano nella penosa angoscia di ricordarli.
Sarò sempre grato a quest’uomo perché finalmente mi ha dato un modello di un modo di essere a cui ispirarmi e mi ha aiutato a capire ancora meglio  e fare miei gli insegnamenti di mio padre.
Tante cose mi legano a Diego Cacciatore.
Entrambi abbiamo avuto una eredità pesante da difendere e da confermare tutti i giorni in un ambiente difficile.
Ma Diego Cacciatore è un uomo che ha saputo ricominciare daccapo tante volte, mettendosi in discussione sempre, giocando con la  sua esistenza a testa o croce.
Lo faceva nella vita e nei processi.
Per Diego Cacciatore nutrirò sempre una infinita riconoscenza per aver fatto condannare, unitamente a tanti grandi avvocati, chi ha ucciso mio padre Dino.
Di quel processo mi ha raccontato tante cose che terrò per me per sempre.
Vorrei tanto che leggesse queste mie parole. Ma forse lui le ha già lette tante volte durante i nostri lunghi discorsi. Con la sua scomparsa muore, non solo un professionista. Muore uno che ha onorato la sua città.
Ricorderò per tutta la mia vita quest’Uomo con amore e stima così come si fa con genitore o un fratello. Così come tanti.   Gian Ettore Gassani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *