Il Regno di Mohammad VI vuole scoraggiare gli abiti islamici.

Tutto ciò dopo aver approvato la nuova Legge di famiglia che rispetta i diritti delle donne.

Via anche le raffigurazioni di donne velate dai libri di scuola.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale in un importante e strategico Paese Islamico come il Marocco.

Un passo avanti, secondo molti, per restituire alle donne dell’Islam la libertà di esistere, essere se stesse e libere da totem religiosi.

Per molti studiosi occidentali, il velo è stato un modo per ribadire l’appartenenza della donna all’uomo (tanto che nessuno potesse guardarla).

Per altri, tra cui Rushdie, il velo è un modo per sottrarre potere alle donne.

Per i teologi è anche una questione di interpretazione del Corano, mai stata chiara.

Questi i versetti sul velo:

“E dì alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare…”

Praticamente, tradotti letteralmente in italiano non chiariscono la questione.

Anzi tutt’altro.

Che dire di questa notizia?

Come occidentali potremmo essere sicuramente soddisfatti, ma non si capisce perché l’Occidente, quello ufficiale, quello degli intellettuali “progressisti” non abbia affrontato seriamente la questione della condizione della donna in molti paesi islamici.

Vi è stata una totale indifferenza su tale imbarazzante tema, specie per chi ha dovuto tacere per ordine di alcuni partiti o movimenti.

Siamo soddisfatti perché tale rivoluzione culturale ha avuto inizio proprio in Marocco ed è stata frutto di una riforma del locale diritto di famiglia.

(Non appena ne saremo in possesso ve ne offriremo un sunto).

Certo è solo un passo, ma è sicuramente molto importante.

Nessuna religione può sacrificare i diritti di qualcuno, figuriamoci se sono i diritti delle donne.

Se l’Islam capirà tali concetti di parità ed uguaglianza, mettendoli in pratica, sarà molto più facile creare un vero ponte tra occidente e mondo islamico.

Gian Ettore Gassani

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