Respinto il ricorso di un marito che citava il Corano La Suprema Corte: ininfluenti convinzioni religiose del marito.


I mariti di fede islamica non sono autorizzati dal loro credo religioso a maltrattare le proprie mogli. Anzi, i loro stessi precetti prescrivono ai mariti di non usare violenza alle donne.
Lo sottolinea la Cassazione – sentenza 32824 – respingendo la tesi di un marito musulmano, residente a Forlì, che maltrattava la moglie sostenendo che lo prescrive il Corano. Nel confermare la condanna a dieci mesi di reclusione per il reato di maltrattamenti (lesioni e minacce) nei confronti della moglie, la Suprema Corte osserva che “la fede islamica, ove pure non sancisca la parità dei sessi nel rapporto coniugale, tuttavia non autorizza i maltrattamenti da parte del marito e, anzi, pone a fondamento della sua autorevolezza proprio il dovere di astenersene”. Comunque sia, la Cassazione conclude dicendo che le “convinzioni religiose” dei mariti sono “ininfluenti” quando si tratta di giudicare i loro comportamenti.


IL MESSAGGERO

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