La Suprema Corte boccia il ricorso della moglie separata che rivoleva i soldi prestati al marito, circa 19 mila euro


I prestiti tra marito e moglie? Non sono restituibili. Anzi, nello spirito del mutuo soccorso proprio del matrimonio dovrebbero rimanere “nella riservatezza della vita familiare”.
L’ammonimento arriva dalla Cassazione che ha bocciato il ricorso di una moglie separata di Pordenone che aveva portato in Tribunale l’ex marito per ottenere la restituzione di una somma di circa 19 mila euro, frutto, a suo dire, di un prestito “per il mutuo aperto nel corso del matrimonio per lavori alla casa coniugale e per il ripianamento dei debiti dell’impresa del marito”.
Secondo la Suprema Corte, i prestiti tra coniugi che avvengono nel corso del matrimonio fanno parte del mutuo soccorso che dovrebbe esserci tra marito e moglie, dunque “la consegna o un prestito di denaro tra coniugi avviene generalmente nella riservatezza della vita familiare”.
Risposta simile negli effetti la moglie l’aveva ottenuta dal Tribunale di Pordenone (luglio 2002) e dalla Corte d’appello di Trieste (maggio 2004) che aveva considerato carta straccia la “documentazione prodotta” dalla moglie per rivendicare la restituzione dei soldi dati al coniuge.
In ogni caso, ammonisce la Terza sezione civile (sentenza 12551), “il giudice di merito ha evidentemente escluso la sussistenza di circostanze”, tali da determinare la restituzione del denaro, “in particolare non ha considerato tali, la documentazione prodotta dalla moglie, né il fatto – insiste piazza Cavour – che la consegna o un prestito di denaro tra coniugi avviene generalmente nella riservatezza della vita familiare, nè che i lavori di ristrutturazione della casa coniugale sono stati effettivamente eseguiti”.


LA REPUBBLICA

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