PAR CONDICIO TRA FIGLI NATURALI E LEGITTIMI
 ROMA – Nessuna differenza di trattamento tra figli naturali e legittimi. Lo stabilisce in maniera definitiva il disegno di legge recante modifiche in materia di filiazione approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento, composto di tre articoli, si propone di eliminare definitivamente dall’ordinamento ogni traccia, anche lessicale, di ingiustificata difformità di trattamento tra figli nati nel matrimonio e quelli nati fuori dal matrimonio.


La parificazione di tutte le forme di filiazione trova fondamento nell’ impianto costituzionale (articolo 30). Il ddl elimina anche le residue differenze legate a una visione, ormai da tempo superata, di conservazione del patrimonio familiare che si trovano nel regime delle successioni. Riforma anche l’istituto della parentela riconoscendo il legale di parentela tra il figlio riconosciuto nato al di fuori del matrimonio e i parenti del genitore. Si prevede infine come “necessario e doveroso” l’ascolto del minore di tutte le questioni e i procedimenti che lo riguardano.



BINDI: ORA FIGLI TUTTI UGUALI
Tutti i figli finalmente saranno uguali. Lo ha detto il ministro della famiglia Rosy Bindi presentando in una conferenza stampa il disegno di legge che introduce modifiche in materia di filiazione. ”Con la delega viene introdotto un unico stato di figlio superando – ha spiegato il ministro – ogni traccia di discriminazione tra figli nati dentro e fuori il matrimonio. Con questo provvedimento – ha aggiunto – diamo ai figli una famiglia perche’ fino ad oggi esisteva soltanto un rapporto di filiazione tra figlio naturale e genitore che lo ha riconosciuto, ma nessun rapporto con nonni, zii, fratelli e cugini”.


Bindi ha anche sottolineato che un’altra conseguenza importante del provvedimento riguarda il capitolo ”successioni”. Anche il figlio nato fuori dal matrimonio avra’ diritto di partecipare all’eredita’. ”Un altro aspetto non meno importante – ha detto ancora Bindi – e’ l’interpretazione della parola potesta’ che viene intesa nel senso di una assunzione di responsabilita’ educativa dei genitori nei confronti dei figli”. Il ministro ha ancora aggiunto che si tratta di una riforma ”a costo zero”.
 
Fonte: ANSA

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