Al CONSIGLIO DELL’ORDINE FORENSE DI SALERNO
Salerno, il 16 giugno 2006
Nella mia qualità di Presidente della Sezione Distrettuale dell’AIAF di Salerno, mi corre l’obbligo di segnalare la insostenibile situazione emergenziale che, ormai, si è pericolosamente cristallizzata nel nostro Tribunale riguardo le procedure familiari.
Credo, peraltro, di interpretare il pensiero di molti Colleghi e di molta gente.
In particolare:
1) vengono sistematicamente fissate le udienze presidenziali, ex art. 708 c.p.c., a circa un anno dalla data dell’iscrizione a ruolo delle procedure separative e divorzili, siano esse consensuali o giudiziali;
2) le udienze istruttorie, sovente trattate irritualmente dai Got (!!), subiscono rinvii ingiustificati di otto/dodici mesi;
3) le istanze di anticipazione sono rigettate sistematicamente e laconicamente mediante un timbro “per il troppo carico di lavoro”.
A ciò si aggiunga che viene violato anche il più elementare principio di riservatezza in danno dei cittadini separandi o divorziandi, atteso che i loro nomi sono affissi in bella mostra dinanzi alle aule di udienza, laddove (come accade altrove) sarebbe sufficiente apporre soltanto i numeri di registro e i nomi dei difensori.
Occorre intuire che, proprio lo squallore del contesto in cui si svolgono queste procedure e i noti tempi lunghi delle stesse, non fanno altro che esacerbare ulteriormente gli animi dei nostri assistiti, con tutte le conseguenze che facilmente si possono immaginare.
Pur riconoscendo il valore umano e professionale dei valorosi magistrati della Prima Sezione Civile, mi sento di affermare che tale situazione è divenuta inaccettabile per i tanti cittadini che intendono ottenere, in tempi ragionevoli, risposte giurisdizionali in vicende drammatiche della loro vita.
Né va sottaciuta la situazione di molti minori in grande difficoltà, al centro di gravi conflitti familiari.
Occorre, dunque, affrontare con vigore tale emergenza.
Le questioni strutturali ed il carico di lavoro sono disfunzioni che non possono danneggiare fino a questo punto i cittadini (e i loro patroni).
Ritengo che si tratti soprattutto di mancanza di organizzazione degli uffici giudiziari.
La legge 54/06 impone tempi rapidi per la fissazione delle udienze presidenziali.
Ma al di là della legge, basterebbe adoperare il buon senso e dare ascolto a chi non è soddisfatto di tale squasso.
Salerno – in tal senso- sembra, però, una realtà del tutto particolare.
Ritengo che – pur nella precarietà in cui si trova il settore civile – potrebbero essere apportati alcuni accorgimenti, figli di una nuova sensibilità, che non comporterebbero particolari investimenti o stravolgimenti.
Innanzitutto, per il rispetto della privacy, basterebbe semplicemente omettere di indicare le parti.
Per quanto concerne i tempi, occorrerebbe per prima cosa dare precedenza assoluta alle procedure giudiziali (con minori), sacrificando semmai le procedure consensuali e quelle senza figli minori.
Le istruttorie di tali procedure non dovrebbero essere mescolate a quelle relative ad altro tipo di procedure.
I magistrati dovrebbero sensibilizzare le coppie a consensualizzare le loro vicende separative, non bastando in tal senso il solo intervento dei difensori.
Urge, infine, un aumento dei giudici togati.
E questa è una questione cronica, origine di tutti i mali del nostro Tribunale, che va affrontata – senza tentennamenti né timori di sorta – con chi di dovere.
Sono consapevole che il Consiglio Forense, a cui ho l’onore di appartenere, ha già più volte fatto sentire le proprie ragioni per restituire alla giustizia una maggiore efficienza; tuttavia ritengo che allo stato attuale sia politicamente corretto e “conveniente” porre in essere tutte le iniziative più incisive per vincere questa battaglia di civiltà, pubblicizzando all’opinione pubblica il potente ruolo del Governo degli Avvocati della nostra realtà, a difesa dei cittadini che noi abbiamo il dovere di tutelare in senso lato.
Nessuna frattura con la Magistratura. Ma la fermezza oggi rappresenta l’ultima spiaggia.
Nell’attesa di conoscere le iniziative del Consiglio dell’Ordine per quanto da me lamentato, porgo i miei più doverosi ossequi.
Avv. Gian Ettore Gassani