Reazioni contrastanti: “Così lo Stato abdica”. I matrimonialisti: “Scelta giusta”
Meglio i servizi sociali che mamma e papà. Lo dice la Cassazione. Quando i coniugi si separano e i figli diventano strumento di rivendicazione, allora è giusto affidare la loro crescita ad un funzionario del comune piuttosto che ai genitori. Litigare in continuazione; sobillare i figli contro l’ex consorte fa male ai bambini quanto una malattia non curata.
I princìpi dimenticati. I figli non sono merce di scambio nelle liti tra separati. E’ un assunto riconosciuto da ogni genitore finchè resta marito e moglie. Ma quando la famiglia si rompe e nasce la contesa civile sull’affidamento dei bambini, i princìpi si dimenticano facilmente. E i figli sono i primi a soffrirne.
I figli ostaggi. La Suprema corte è intervenuta nella disputa tra due ex coniugi di Castiglione chiavarese, un paese di 1.600 anime sulle alture dell’Appennino ligure. Virgilio e Cinzia si erano separati e il tribunale di Chiavari, nel 2001, aveva affidato i due bambini ad entrambi. Ma le liti tra due ex coniugi continuavano più accese che mai. La frattura del loro rapporto si era trasformata in una guerra neppure tanto sotterranea in cui i bambini erano diventati loro ostaggi. Tirati da un lato o dall’altro al solo scopo di far dispetto all’ex coniuge in un’eterna contesa piena di rancori e risentimenti.
“I minori soffrono”. Il consulente tecnico dei giudici, sentiti i genitori e i figli, scrisse: “Massimo e Monica mostrano segni di sofferenza, determinata dalla incapacità dei genitori di avviare un pur minimo dialogo fra loro e dalla tendenza di utilizzare i figli quale strumento di offesa e di rivendicazione”. Comportamenti irresponsabili che i giudici hanno punito.
“Concordare le scelte con il Comune”. Dapprima la Corte d’Appello, poi la Cassazione. Niente più affido congiunto dei figli, ma consegna dei bambini al Comune: tutte le questioni che riguarderanno i due minori dovranno essere concordate con i servizi sociali. Rivedremo la nostra decisione – hanno scritto i giudici – solo quando i due genitori diventeranno più maturi e responsabili.
I matrimonialisti: “Scelta giusta”. Soluzione accolta con soddisfazione dall’associazione matrimonialisti italiani, e meno bene da quella che raggruppa i genitori separati. Gian Ettore Gassani, civilista specializzato in questioni famigliari, è convinto che, in certi casi, l’affidamento ai servizi sociali è un provvedimento del tutto condivisibile: “I figli non possono essere terreno e strumento di vendetta dei coniugi. La potestà genitoriale non va intesa come un diritto di proprietà sui figli. L’affido presso terzi è utile tutte le volte in cui i figli vengono traumatizzati e strumentalizzati dai loro genitori”.
“Decisione che aggrava non risolve”. Scelta che l’associazione Gesef, Genitori separati, ritiene invece una bandiera bianca alzata nella battaglia educativa dei figli: “Affidare al Comune i figli di una coppia separata e conflittuale, non solo non risolve il problema ma lo aggrava. Tutti sarebbero capaci di affidare i bambini a qualcun altro”, dice il presidente Vincenzo Spavoni. “Il difficile invece è cercare una soluzione. Lo Stato così distrugge la famiglia che va aiutata. Non serve minacciare l’allontanamento dai figli; servono invece interventi per sostenere i coniugi”.
“Meglio il mediatore familiare”. Forse il sostegno giusto, suggerisce il Moige, Movimento italiano genitori, è il mediatore familiare: “Le separazioni – precisa il presidente dell’associazione Maria Rita Muinizzi – devono avvenire in un clima il più possibile adatto a non creare ulteriori esperienze traumatiche per i figli, attraverso l’incentivazione della figura, già presente, del mediatore familiare”.
LA REPUBBLICA
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