Roma, giovedì 11 gennaio 2008
COMUNICATO STAMPA
Oggetto – Il presidente avv. Gassani difende i matrimonialisti: “Fondamentali per ridurre il conflitto, altro che sfascia famiglie”. “In media parcelle tra i 1000 ed i 10 mila euro”
Il Presidente dell’AMI (Associazione Matrimonialisti Italiani) in merito all’odierna inchiesta giornalistica del “Corriere della Sera” intende doverosamente puntualizzare, nella sua qualità, alcuni fondamentali aspetti relativi ai divorzi in Italia e all’importante ruolo del difensore in tali procedure.
“L’inchiesta del Corriere della Sera offre un’immagine del tutto distorta dell’avvocato matrimonialista, accusato di essere il regista dei conflitti familiari, la cui unica finalità è lucrare sulle disgrazie di chi intende divorziare.”
“L’inchiesta omette di evidenziare che nel nostro Paese quasi il 70% dei divorzi sono congiunti (consensuali) e ciò dimostra quanto lavoro di mediazione vi sia da parte dei legali dietro questo dato statistico. E’ evidente, quindi, che gli avvocati italiani svolgono un lavoro oscuro del tutto meritorio che pochi prendono in seria considerazione. Ritengo peraltro pericoloso che passi un messaggio talmente negativo sul conto dei matrimonialisti che potrebbero essere ritenuti a torto perfino responsabili morali dei tanti fatti di sangue che si consumano quotidianamente in Italia che sono legati a vicende separative e/o divorzili(il 30% ogni anno del totale dei fatti di sangue in Italia). Gli avvocati, invece, rivestono un ruolo decisivo nell’opera di consensualizzazione delle procedure”.
“In merito alle parcelle esorbitanti occorre ricordare che vi è la liberalizzazione delle professioni anche su tale fronte e che un legale è tenuto ad informare preventivamente il cliente dei costi e dei tempi del divorzio. Il cittadino, dunque, può scegliere liberamente cosa fare. Se accetta di pagare somme a cinque zeri, questa è una libera scelta. Ma parcelle di questo tipo sono l’eccezione e non la regola. Nella stragrande maggioranza dei casi i costi dei divorzi sono quasi sempre a tre zeri (mediamente dai 1.000 ai 3.000 di un divorzio congiunto e dai 4.000 ai 10.000 per uno giudiziale)”.
“La vera piaga dell’avvocatura è che purtroppo in Italia non vi è l’obbligo della specializzazione degli avvocati per cui qualsiasi iscritto all’albo può fare di tutto senza alcun controllo a scapito del cittadino.
Ci sono legali che passano da un sinistro stradale ad una violenza sessuale con una disinvoltura insopportabile e sono questi che operando sulla quantità delle cause applicano ‘prezzi stracciati’ accumulando fortune inimmaginabili. E’ ovvio che gli avvocati che si occupano, invece, di una sola materia pretendono compensi superiori e quindi fanno notizia e scalpore”.
L’avv. Gassani chiude.
“E’ sbagliato definire gli avvocati matrimonialisti come degli sfascia famiglie senza scrupoli. La gente si separa e divorzia a qualsiasi età. Vi è quasi un’epidemia di crisi della coppia. I matrimonialisti sono anche e soprattutto quei professionisti che difendono i diritti dei soggetti deboli, che tutelano le donne nelle vicende di violenza sessuale e psicologica, che difendono i minori abusati e i diritti di padri e madri”.
Ufficio Stampa 329/8721297