Presentato a Bruxelles uno studio del Migrant Integration Policy Index (MIPEX), promosso dalla Commissione Europea e condotto su 28 Paesi: 25 Stati membri (ad esclusione dei Paesi neocomunitari, Romania e Bulgaria) e 3 al di fuori dall’Unione (Norvegia, Svizzera e Canada).


La ricerca, condotta dal British Counsil, prende in esame le politiche adottate nei confronti dei cittadini stranieri regolarmente soggiornanti.


 


Lo studio si prefigge di conseguire il rafforzamento, in Europa delle politiche di integrazione rivolte ai migranti. Il MIPEX prende in considerazione sei grandi macroaree, accesso al mercato del lavoro, ricongiungimento familiare, accesso alla cittadinanza, partecipazione alla vita politica, adozione di politiche anti-discriminatorie e soggiorno di lungo periodo. Ricorre a 140 indicatori per esaminare le politiche e le legislazioni nei 28 Paesi e mette a confronto le effettive opportunità fornite ai migranti in termini di partecipazione e di integrazione nella società di accoglienza.


 


Dallo studio emerge che i Paesi europei si collocano in una posizione intermedia rispetto alle suddette sei macroaree mentre, se si considerano i singoli ambiti, spiccano notevoli differenze da Paese a Paese.


 


L’Italia nella classifica generale, si colloca al settimo posto, dopo Svezia, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi, Canada e Finlandia, ma è la prima nel gruppo dei Paesi europei con il più alto tasso di popolazione immigrata (Regno Unito, Francia, Spagna e Germania).


 


Nell’ambito delle sei macro aree, siamo al terzo posto per le politiche di ricongiungimento familiare, al quarto posto per l’accesso al mercato del lavoro e al quinto per i soggiorni di lungo periodo.


 


Lo studio rileva come l’attenzione degli Stati dell’Unione Europea sia maggiormente concentrata sull’implementazione delle politiche volte all’unità familiare, all’accesso al mercato del lavoro ed ai soggiornanti di lungo periodo, lasciando in secondo piano quelle connesse all’acquisizione della cittadinanza ed alla partecipazione alla vita politica.


 


Dott.ssa Cesira Cruciani

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