Lo dice una rilevazione dell’istituto di statistica Ma la tendenza continua ad essere il calo delle unioni


Aumentano i secondi matrimoni e le unioni celebrate con rito civile. Le secondo nozze, dice l’Istat che oggi ha reso noto la rilevazione sui matrimoni nel 2007, sono stati 33.070 nel 2007 contro i 31.846 dell’anno precedente. Essi rappresentano il 13,2% del numero complessivo delle nozze celebrate.
Mentre per quanto riguarda le unioni celebrate con rito civile si è passati dagli 83.628 del 2006 agli 86.639 del 2007. Le nozze civili rappresentano il 34,6% del totale e in 15 anni sono aumentate del 50%.
Nel 2007, in totale, sono stati celebrati 250.360 matrimoni (4,2 ogni mille abitanti). Rispetto al 2006 si osserva un lieve aumento: 4.368 matrimoni in più, di cui 3.144 sono primi matrimoni.
Cifre che, però, non permettono di ipotizzare un’inversione di tendenza nella diminuzione delle nozze in atto dal 1972, anno in cui sono stati celebrati quasi 419 mila matrimoni (7,7 nozze per mille abitanti).
A diminuire sono soprattutto i primi matrimoni: sono passati da quasi 392 mila nel 1972 (il 93,5% del totale) a 217.290 nel 2007 (86,7%). Per l’Istat, il calo delle prime nozze è il risultato della minore propensione delle coppie a sancire la loro unione con il vincolo del matrimonio. Nel 2007 si sono registrati 524,5 primi matrimoni per mille celibi e 589,6 per mille nubili, valori di poco superiori a quelli del 2006 (rispettivamente 511,2 e 576,7) e pressochè dimezzati rispetto al 1972.
I primi matrimoni, inoltre, sono sempre più tardivi: gli sposi alle prime nozze hanno in media 32,8 anni e le spose 29,7 anni.
Il rito civile è scelto sempre più spesso anche in occasione delle prime unioni: oltre un quarto delle nozze tra celibi e nubili è stato celebrato di fronte al sindaco nel 2007, una proporzione raddoppiata in 15 anni.
E’ confermata poi la rilevanza dei matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera. Nel 2007 essi ammontano a 34.559, rappresentando il 13,8% del totale dei matrimoni.


LA REPUBBLICA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *