La parità tra i sessi dovrebbe essere la norma che regola il mondo reale.
Eppure, da una ricerca condotta dal World Economic Forum sulla partecipazione femminile alla vita economica, politica e sociale emerge una foto dell’Italia quale Paese in bianco e nero, con donne emarginate in ogni settore che conta.
Il nostro paese finisce, insomma, per assomigliare più al Malawi, che ad un paese dell’UE.
E questo dato è ancora più raccapricciante se si pensa che, su 128 Paesi presi in considerazione, l’Italia occupa, sotto il profilo dell’istruzione, il trentaduesimo posto. Quindi, viene da chiedersi dove finiscono, poi, queste competenze femminili dato che, al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro, solo il 21% delle donne raggiunge posizioni elevate contro il 79% dei maschi. E il dato più impressionante riguarda le differenze di stipendio: le donne guadagnerebbero meno della metà dei colleghi maschi.
La questione del divario donne-uomini non è di poco conto se si pensa che solo un paese che sfrutta efficacemente le sue risorse umane, può essere altamente competitivo.
Il lavoro di squadra di uomini e donne potrebbe essere, dunque, un importante punto di partenza per riorganizzare la vita politica, economica e sociale di un paese, mettendo al bando inutili pregiudizi, per favorire un più equo reinserimento femminile. …

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