Il 2 ottobre si è svolta a Lisbona una riunione informale dei ministri di Giustizia e dell’Interno dei 27 Stati membri Ue, volta a cercare soluzioni per proteggere i bambini ed a porre un freno all’aumento continuo di abusi sui minori.
Infatti, dalle statistiche delle Nazioni Unite è emerso un quadro drammatico: ogni anno oltre un milione di bambini sono vittime di traffici illegali, più di 300 milioni lavorano, oltre 3.500 di età inferiore ai 15 anni muoiono a causa di abusi fisici e psicologici, circa 40 milioni (con meno di 14 anni) hanno bisogno di cure mediche e assistenti sociali e, infine, uno su dieci subisce violenze nell’ambito scolastico.
Molti gli argomenti di discussione al centro dell’iniziativa voluta dal Portogallo, impegnato nel semestre di Presidenza europea, e numerose le domande a cui i ministri sono stati chiamati a rispondere. La legislazione sul cybercrimine che coinvolge i bambini deve essere necessariamente a livello europeo o nazionale? In futuro è necessario un portale “e-justice” in cui sia presenta un elenco con i nomi dei bambini scomparsi? Come può interagire l’Ue con i paesi terzi?
Il ministro della Giustizia portoghese, Alberto Costa, ha sottolineato l’importanza di avere un sistema di allarme per bambini scomparsi in tutta Europa, seguendo quello francese che prevede una campagna stampa e messaggi in luoghi pubblici. Potrebbe essere un metodo efficace, per esempio in caso di rapimento, per non perdere le tracce dei minori soprattutto considerata la maggiore mobilità degli europei.
Gli abusi però sono sempre più vari perché a quelli “tradizionali” si aggiungono crimini legati all’utilizzo delle nuove tecnologie. La pedofilia su internet è un fenomeno in costante crescita a causa della rete che garantisce l’anonimato e lo scambio di informazioni e foto in modo semplice e veloce. Per prevenire e combattere questi crimini è stata stabilita una rete di contatti tra le autorità investigative che agiscono contemporaneamente nei diversi paesi.
Infine non sono rari gli episodi di bambini che vengono rapiti da uno dei due genitori e trasferiti in un altro Stato, violando così i diritti di custodia. Per questi casi è stata approvata la Convenzione dell’Aja del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori con la successiva integrazione di alcuni progetti – INCADAT, INCASTAT e I-Child – per facilitarne l’applicazione. Nonostante ciò esistono ancora delle carenze nell’ambito della protezione dei minori che potrebbero essere risolte con una maggiore cooperazione tra gli Stati membri con i paesi terzi. …