(Cassazione 13491/2008)
Linea dura della Cassazione contro il bullismo: i ragazzi che prevaricano e sottomettono i compagni con continue vessazioni e percosse e minacciando di interrompere l’amicizia possono essere collocati in comunità in attesa di essere processati. Lo ha stabilito la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione confermando l’ordinanza del Tribunale dei Minori di Bari – che a sua volta aveva confermato il provvedimento del GIP – che aveva disposto la misura cautelare del collocamento in comunità nei confronti di tre minorenni che avevano estorto denaro ad un loro compagno undicenne, minacciandolo verbalmente e anche con percosse e costringendolo a rubare nel portafoglio della madre, mentre nei confronti di un quarto ragazzino era stata disposta la permanenza a casa. I quattro bulletti erano stati incastrati da alcuni sms minacciosi rinvenuti sul cellulare della vittima. Inutile è stato il ricorso in Cassazione dei quattro giovani imputati. La Suprema Corte ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso confermando il provvedimento del Tribunale in quanto la minaccia di interruzione del rapporto amicale costituiva, insieme a tutte le altre minacce e alle percosse delle quali la vittima era stato oggetto, la prova del fatto che il ragazzino minacciato si trovava nella posizione della vittima “come soggetto debole del rapporto”. In attesa del processo, il collocamento in comunità può essere, accanto ad altre analoghe misure cautelari, una soluzione efficace contro il dilagante fenomeno del bullismo.
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